da essa dipendevano le cappelle di Fagnano e Roncolevà. La titolazione a Santa Maria Maddalena subentra dalla prima metà del ‘500. Delle alterazioni che la chiesa subì nel tempo ci sono noti solo gli ultimi interventi: quelli del XIX secolo e del secolo scorso.
Nel 1832, poichè la chiesa necessitava di restauri ed era diventata incapace di contenere la sempre più crescente popolazione, su progetto di tale capomastro Guglielmo di Verona, la fabbrica fu ampliata, fu costruita una nuova volta e venne innalzato il livello di pavimentazione del presbiterio e del coro.
Agli inizi degli anni ‘40 del ‘900, intervenne nuovamente sulla costruzione religiosa l'architetto Banterle, prolungandone la navata e costruendo ex novo la facciata in stile neoclassico con soluzioni piuttosto monumentali.
All'interno, si conserva il dipinto con l’immagine di Cristo risorto che appare alla Maddalena, tradizionalmente attribuito al Ridolfi, ma che un documento d'archivio recentemente recuperato comprova essere una copia eseguita dal veronese Battista Amigazzi (1589 circa -1651).
AI pittore di origine legnaghese Francesco Barbieri (1623-1698), detto lo Sfrisato, appartiene invece un'altra pala che rappresenta la Madonna col Bambino con Sant'Antonio da Padova San Giovanni Battista.